SweDinMAG 04/2025 Communication d'entreprise

Avril

Editoriale di Davide Longo
La comunicazione aziendale, un passo fondamentale per far
conoscere la propria identità
 
Siti, pagine professionali, profili social, magazine e podcast: tutti per uno, uno per tutti!
Nel panorama imprenditoriale odierno, dominato dalla digitalizzazione e dall'interconnessione globale, la comunicazione aziendale non è più un aspetto secondario, ma una vera e propria risorsa strategica. E’ altresì una via efficace e diretta per esprimere, anche attraverso svariate forme, la propria identità, dove per ‘svariate forme’ intendo i siti internet, profili social e professionali (come Facebook, Instagram, LinkedIn), magazine, podcast, ecc.
Credo che investire nella comunicazione non è solo una necessità, ma una scelta che può determinare la crescita, la visibilità e la solidità di un'azienda. Ecco perché è fondamentale costruire una presenza online coerente e costante integrandola con contenuti che raccontino la propria storia in modo autentico.
Siti che interagiscono:
La creazione di siti web ad hoc che siano collegati tra loro è il primo passo mostrare un'identità completa e facilmente accessibile: Swedlinghaus Srl infatti è la ‘madre’ di Swedlinghaus Inc. (la filiale americana a Miami) e di Swedlinfactory (il laboratorio di cucina in cui si tengono corsi con chef dalle più svariate competenze). Le diverse ‘costole’ devono interagire in rete per delineare a tutto tondo la nostra filosofia e la passione che coltiviamo nel mondo delle attrezzature e del food più in generale.

 
 
 
 
 
 
Social e magazine:
A fianco del sito, è altrettanto cruciale sviluppare profili social aziendali, pagine professionali ed un magazine periodico che siano gestiti in maniera strategica. I social media non sono solo una piattaforma per condividere novità o promozioni, ma canali per creare interazioni dirette con il pubblico, rispondere alle domande e costruire una comunità. È attraverso questi mezzi che si può entrare in contatto sia con il cliente che con un eventuale collaboratore, instaurando una relazione di fiducia e aumentando la propria visibilità.
Tuttavia, non si tratta solo di essere presenti online, nel mero senso di ‘apparire’, bensì occorre sostanza: vanno creati contenuti che coinvolgano ogni settore aziendale e bisogna raccogliere anche ‘testimonianze esterne’, cioè di figure e personaggi diversi che si sono interfacciati con la nostra realtà. Un detto popolare recita ‘chi si loda si sbroda’, che è un po’ come dire ‘ troppo facile farsi i complimenti da soli!”: è per questo che abbiamo pensato ad un ulteriore format in cui dar voce a chi ci ha conosciuto, per essere raccontati dall’esperienza che gli altri hanno avuto con noi.
Novità: la potenza del podcast
Un’altra risorsa strategica che sta diventando sempre più rilevante è la realizzazione di un podcast aziendale. A differenza di altriformati, i podcast consentono di raccontare storie, esperienze e valori aziendali in modo coinvolgente, sfruttando la potenza della voce per emozionare e coinvolgere l’ascoltatore.
La voce infatti è uno strumento tanto intenso, ogni sua vibrazione corrisponde ad un diverso stato d’animo: quindi ci piaceva l’idea di dare spazio sia a chi ci ha dato fiducia nel tempo, sia alle nuove e piacevoli conoscenze che si sono affacciate, per un motivo o per un altro, al nostro mondo.
In un podcast, da caricare costantemente, interverranno ospiti interni ed esterni, autentici e spontanei, che parleranno del loro rapporto con la nostra azienda, in maniera libera e sincera, portando una storia unica e tanti aneddoti curiosi.
Ecco quindi che il simpatico titolo “Cosa bolle in pentola?” ci è apparso azzeccato per le narrazioni che vi invitiamo a seguire, o meglio, a vivere insieme a noi, da ora in avanti...
 
 
 
“Cosa bolle in pentola?” ai nastri di partenza!
E’ l’avvocatessa Sonia Marrozzini la prima ospite del nuovo format Swedlinghaus
Articolo a cura di Silvia Remoli
 
 
Come già asserito da Davide Longo nel suo editoriale, il podcast si sta rivelando un efficace metodo di comunicazione aziendale, costituendo un valido strumento per delineare al meglio l’identità di pensiero. La sua formula così semplice, fatta di una sorta di mix tra video-intervista e programma radiofonico, crea un’atmosfera confidenziale con l’ospite, il quale svelerà quanto più possibile di sé allo spettatore/ascoltatore. 
Per la prima puntata di “Cosa bolle in pentola?” abbiamo scelto Sonia Marrozzini, avvocatessa del Foro di Fermo, grande appassionata di cucina, fedele frequentatrice dei più svariati corsi in Swedlinfactory. Durante la chiacchierata ci ha svelato curiosi aneddoti scoprendo, a fine puntata, un utensile alquanto insolito ed inaspettato.

Quasi 20 corsi all’attivo, sia per sé che per gli altri
Sonia ama sperimentare, creare ed affrontare sempre nuove sfide. Per questo ne ha frequentati di ogni tipo, dalla pasticceria, alla panificazione, sino alla preparazione di cocktail. Ma è anche generosa: «Credo che sia bello non solo regalare a se stessi, ma anche regalare agli altri, un corso Swedlinfactory, perché è qualcosa di originale, è come donare un’esperienza, tanto che l’ho scelta anche per nipotini e figli di amici, visto che ce ne sono diversi dedicati interamente ai bambini».
Una passione per la pizza ed una proposta per il futuro: topping ed inclusione
Poche materie prime ma tanta pazienza, questi gli ingredienti della pizza, una delle lavorazioni predilette da Sonia. Sempre presente ai corsi in materia (pizza in pala, pizza al tegamino, pizza contemporanea, ecc.), per aumentare il proprio grado di specializzazione sul campo, ne suggerisce uno interamente dedicato ai topping: 
«Mi piacerebbe imparare a farcire la pizza in così tanti modi diversi da poter accontentare ogni tipo di commensale: penso ai tanti amici che spesso manifestano esigenze particolari, come intolleranze o allergie, ecc. In fondo, la pizza è uno di quei cibi che potrebbe rilevarsi inclusivo e mettere d’accordo tutti, offrendo l’occasione per sbizzarrirsi e soddisfare ogni richiesta, anche la più particolare!».
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Affascinata e sorpresa dal mastro coppiere Kitty Vitali
L’Academy Swedlinfactory non esplora solo la cultura del mangiare, ma anche quella del bere. Sempre e solo di qualità, ovviamente. In particolare Sonia è rimasta stupita della lezione tenuta da Kitty Vitali, esperta di vino e di birra che, proprio in merito a quest’ultima bevanda, ha aperto una pagina di aneddoti storici che affonda le sue radici addirittura nell’antico Egitto. «Mai avrei pensato al Nord Africa come luogo in cui la birra era già moneta di scambio, né sapevo che avesse avuto un valore salvifico per il popolo cecoslovacco durante il periodo della peste, né che le combinazioni di malti, lieviti, luppoli e grani potessero essere davvero infinite. Ecco, il bello dei corsi Swedlinfactory è proprio questo: che si esce più ricchi culturalmente, appagati cioè sia nel palato che nell’anima».
Cosa bolle nella pentola di Sonia?
Il titolo del podcast sottende una domanda finale uguale per tutti gli intervistati: “Cosa bolle in pentola?”. E, come un mago che estrae il coniglio dal cilindro, così Sonia estrarrà il suo oggetto misterioso alzando il coperchio della pentola.
«Ho scelto una lametta per il pane: è un utensile molto curioso 
che vorrei usare nei prossimi corsi di panificazione al fine di decorare le pagnotte, incidendone la superficie con quei particolari disegni a mo’ di foglia. In fondo anche l’occhio vuole la sua parte, ed il pane è un cibo immancabile sulle nostre tavole: crea un momento di spontanea condivisione, perché si potrebbe mangiare ad ogni ora, serve ad accompagnare ogni tipo di companatico, e ben rappresenta la semplicità dei momenti trascorsi in famiglia»
 
 
 
 
 
 
DMA srl: esperienza
e professionalità
per la distribuzione
Swedlinghaus in Abruzzo
L’imprenditore Adriano Di Michele si racconta tra lavoro, famiglia e passioni
Articolo a cura di Silvia Remoli
 
E’ una lunga storia d’amore (come canterebbero la Vanoni e Gino Paoli) quella di Adriano Di Michele e della sua ‘DMA srl’, l'azienda con sede a Chieti specializzata in attrezzature e assistenza tecnica per il mondo della risto- razione e del food.
Il suo viaggio imprenditoriale inizia alla fine degli anni ’80, ma la passione per questo lavoro è scattata in un momento ben preciso: una fiera di settore ai tempi in cui prestava servizio militare a Bologna. «In quel periodo svolgevo la mansione di agente di polizia penitenziaria, ma quel mondo mi affascinava già ed avvertivo che stava vivendo una ‘fioritura’ dal punto di vista commerciale. Diplomato come perito elettrotecnico, mi sono sempre interessati gli strumenti di precisione ed i macchinari, e quindi ho deciso di adattare queste mie competenze al mondo Ho.Re.Ca. Inizialmente sono partito da solo, ma adesso posso contare su tanti validi collaboratori, in primis mia sorella Monica, indispensabile nella contabilità e nelle relazioni coi clienti».
Una collaborazione lunga 40 anni con Swedlinghaus
Nel suo percorso imprenditoriale, Adriano ha costruito solide relazioni professionali, tra cui spicca quella con Swedlinghaus: «Il primo incontro fu con Mario Longo, padre di Davide, che nel frattempo cercava di muovere i suoi primi passi assorbendo come una spugna tutti i segreti del mestiere. Con il suo ingresso a pieno titolo alla guida dell’azienda, i macchinari hanno mantenuto la loro funzionalità e robustezza, ma hanno guadagnato in design, estetica e personalizzazione, elementi sempre più richiesti dalla clientela».
Quando si chiede ad un imprenditore quali hobby coltivi, si ottengono sempre risposte molto curiose, e la voce squillante di Adriano non ci delude, anzi, rispecchia proprio le sue passioni.
Un uomo dalle mille passioni
Il ballo, l’equitazione e la natura sono da sempre linfa vitale per lui. Da giovane ha persino partecipato a gare di liscio in giro per l’Italia, un lato di sé che testimonia la sua vitalità e il suo spirito dinamico.
Questa energia lo ha portato anche a sostenere i sogni dei suoi figli, aiutandoli a trovare la loro strada senza imporre scelte, ma accompagnandoli con il suo esempio e la sua capacità organizzativa.
Una famiglia con grandi ambizioni: due aziende che camminano l’una a fianco all’altra. Simone che ha già il testimone in mano...
Adriano è un imprenditore, ma prima di tutto è un padre (nonché nonno di Edoardo e Diego): i suoi figli hanno preso percorsi diversi, ma entrambi con il suo supporto e la sua guida.
Il primogenito, Simone, lavora al suo fianco nella DMA srl. Lo descrive così, come un giovane brillante e garbato: «Ha delle qualità fondamentali per il proseguo della mia attività, è dotato di grande empatia ed è capace di entrare subito in sintonia con i clienti e di trasmettere fiducia approcciandosi in maniera competente e rispettosa dei rapporti umani. Credo siano qualità determinanti per mantenere le relazioni esistenti e per costruirne di nuove».
...e Carla, con l’ Azienda Agricola Tre Croci
La secondogenita invece ha seguito il suo amore per la terra e l’agricoltura. Classe 1997, non ha mai avuto dubbi sul suo futuro: mentre i professori la spingevano verso studi liceali più tradizionali, lei ha scelto con determinazione l’Istituto Agrario, per poi laurearsi in Tecnologie Agrarie e in Medicina delle Piante all’Università di Bologna. Oggi è la presidente dei Giovani Coldiretti dell’Abruzzo e ha fondato l’Azienda Agricola Tre Croci a Cepagatti, in provincia di Pescara, con all’interno una fattoria didattica, un laboratorio ed una ricca produzione di prelibatezze bio, al 100% naturali (confetture, conserve, passate, succhi, ecc.).
 
Per rimanere in tema ‘natura’, possiamo quindi dire che Adriano ha ‘seminato’ benissimo e può ritenersi orgoglioso della sua famiglia e dei valori che sta cogliendo dai suoi ragazzi: affetto, genuinità, serietà ed impegno. Li aspettiamo tutti qui nelle Marche, al prossimo evento Swedlinghaus, magari per assaggiare insieme anche i prodotti della loro splendida terra abruzzese.
 
 
Contatti:
La DMA Di Michele Adriano Srl è a Chieti, Via Benedetto Croce n.425
www.dmabilance.it
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In Swedlinfactory,
tra sud est asiatico e tradizione...
... perché la cucina non è solo cibo, ma anche emozione, cultura e viaggio
Articolo a cura di Silvia Remoli
 
 
Il concetto che “cucinare non significa solo manipolare e trasformare ingredienti”, è sempre stata una ferma convinzione di Swedlinghaus che, da più di mezzo secolo, produce attrezzature funzionali, sicure e durevoli nel tempo, affinché accompagnino più generazioni nella splendida arte culinaria.
E’ stata anche questa passione a spingere l’azienda a creare al suo interno la Swedlinfactory, che si è rivelata un vero scrigno di espe- rienze, tra formazione e socialità, tra fantasia e sapere.
Ed ogni corso ne è la piacevole conferma: in questa prima parte dell’anno, in particolare, hanno riscosso molto successo due incontri che potrebbero apparire contrapposti, l’uno incentrato su una nostra festività nazionale e l’altro che sconfina il continente arrivando fino al sud-est asiatico.
Ciascun appuntamento ha dimostrato quanto il ritrovarsi in cucina rappresenti un percorso esperienziale fatto di emozioni, capaci affascinare e coinvolgere in ogni fase, dalla preparazione fino al raggiungimento del risultato finale. Ungaretti scriveva “la mèta è partire”, e in Swedlinfactory, anche stavolta, è accaduto proprio questo: ci si iscrive ad un corso ed alla sua conclusione si ha non solo una maggiore consapevolezza ai fornelli, ma anche un ricco bagaglio di ricordi nell’anima.

... e l’esotico profumo thailandese di Eva Gritsana dall’altro
Dalle colombe del nostro stivale si è ‘volati’ in una terra dai sapori conturbanti.
Ad illustrare le particolari tecniche di preparazione è stata Eva Gritsana, che si è presentata con l’indumento tipico, il sinh: si tratta di una lunga gonna dai tessuti preziosi (in seta e cotone lavorati) che ha immediatamente incuriosito ed affascinato i corsisti, catapultandoli nell’avvolgente atmosfera dei rituali thailandesi.
Ecco quindi che anche in questa occasione non è mancato uno dei più preziosi ingredienti: la condivisione, quel valore aggiunto che trasforma una cucina professionale in un viaggio culturale.
Anche ad Eva è stato riservato un caloroso benvenuto con dei dolci da colazione totalmente home-made: ormai i partecipanti si sentono così coinvolti che sono i primi a voler creare un clima di gioviale comunità. E se le premesse sono queste, non ci si può che aspettare un gran finale: l’esperienza si è conclusa per tutti con l’assaggio dei diversi piatti, tra spezie profumate e impiattamenti curati nei minimi dettagli, come è tipico dell’ospitalità orientale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La tradizione pasquale (con sorpresa) di Oscar Pagani da un lato...

Che il maestro pasticciere lombardo abbia un seguito di fans in tutta Italia lo sapevamo già, ma che addirittura i suoi corsisti non vedevano l’ora di omaggiarlo di loro creazioni, non ce lo aspettavamo. Al suo corso di colombe, dolce della festività pasquale, gli iscritti sono giunti nella factory con dei dolci carnevaleschi tipici del nostro territorio (tra cui gli irresistibili arancini), per farglieli assaggiare.
Questo piacevole aneddoto è lo specchio della stima e dell’affetto che si instaurano nel tempo tra allievi e maestri: neanche Pagani si immaginava una tale accoglienza e, respirare quell’entusiasmo nel laboratorio, ha dato la carica a tutti per affrontare al meglio le intense ore a seguire.
Dopo l’assaggio dei golosi fritti marchigiani,
infatti, ci si è messi di buona lena a lavoro, in
una full immersion di due giorni, pronti a sfornare profumate colombe pasquali,
lievitate naturalmente con pasta madre, sia classiche, che al cioccolato, o farcite con
creme ed addirittura... salate.
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